Se sei alle prese con la preparazione del concorso ordinario e vuoi fare chiarezza su quali argomenti studiare, nel nostro articolo di oggi ti parleremo di uno degli aspetti fondamentali del programma: i metodi di insegnamento linguistico.
In particolare, ti spiegheremo:
- Che cosa studiare
- Quali sono i principali metodi di insegnamento linguistico
- La storia dei metodi, da Comenius fino al CLIL
- Un video riassuntivo dei principali metodi di insegnamento linguistico
Che cosa studiare per il concorso docenti?
Oggi ci concentriamo su una parte cruciale del programma che è comune a tutte queste classi di concorso:
conoscere le diverse metodologie di insegnamento linguistico, le tecniche e le attività per il raggiungimento di diversi risultati di apprendimento in relazione ai bisogni dei soggetti che apprendono e ai contesti di apprendimento diversi sia nella scuola secondaria di primo sia di secondo grado
Cominciamo questa serie di articoli partendo dalle basi: le “diverse metodologie”.
Quali sono le metodologie di insegnamento linguistico e perché studiarle
“Qual è il modo migliore per insegnare una lingua?” è un quesito che gli esseri umani si pongono da centinaia di anni. In risposta, sono stati proposti numerosi metodi di insegnamento: potresti aver già sentito parlare, per esempio, del CLIL (Content and Language Integrated Learning), molto diffuso nelle scuole italiane, o del Communicative Language Teaching, che ha rivoluzionato l’insegnamento degli ultimi decenni.
Conoscere i precetti base di questi metodi e come si sono evoluti storicamente è il primo passo per sviluppare la conoscenza che ci serve per rispondere alle tracce aperte del concorso, in cui è fondamentale giustificare le proprie scelte pedagogiche.
Anche se non sappiamo di preciso in che cosa consisterà la prova scritta in lingua del concorso ordinario, infatti, dalla nostra analisi delle tracce degli anni precedenti, possiamo aspettarci che la domanda chieda di articolare come si insegnerebbe un particolare punto e, soprattutto, di spiegare perché, con riferimento alla teoria dei metodi di insegnamento linguistico.
La storia dei metodi di insegnamento linguistico
I metodi di insegnamento linguistico hanno una storia molto lunga, che va indietro di diversi secoli. Come puoi vedere nell’infografica sotto, i metodi principali partono dal XVII secolo e arrivano fino ai giorni nostri!
XVII secolo: Comenius e l’apprendimento dei bambini
A partire dal XVII secolo, lo studioso ceco Johannes Comenius provò a dare una risposta al quesito di come insegnare una lingua. Comenius sosteneva che i bambini imparano per associazione con il mondo circostante e introdusse il concetto di insegnamento induttivo, per cui il ruolo del docente è quello di far usare la lingua e non di insegnare regole grammaticali sulla lingua.
XIX secolo: Grammar Translation e l’apprendimento deduttivo
Andando verso il XIX secolo, si impose il metodo Grammar Translation, con un’enfasi sulla traduzione dei classici in lingua madre. Il metodo Grammar Translation si basava inoltre su un approccio alla grammatica deduttivo, partendo dall’insegnamento esplicito delle regole grammaticali.
Gli anni 50 e il metodo Audiolingualism: focus sull’oralità
A partire dagli anni 50, un nuovo metodo nacque come reazione al tradizionale Grammar Translation: il metodo Audiolingualism. Basato sulle teorie psicologiche del Comportamentismo (Behaviourism), secondo il metodo Audiolingualism, l’apprendimento si basava sull’estirpazione delle abitudini nella L1 (lingua madre) e l’instaurazione di abitudini nella L2. Ciò si otteneva, nella pratica, tramite pratiche didattiche come i drills, in cui gli studenti rispondevano a uno stimolo fornito dall’insegnante, ripetendo delle strutture target.
Seconda metà del 1900: metodi per apprendere comunicando
Lo scontento con questi metodi poco contestualizzabili si ebbe a partire dagli anni 60 e 70, culminando nel Communicative Language Teaching, uno dei metodi ancora oggi più in voga. Alla base, il Communicative Language Teaching sosteneva che la lingua si imparasse usandola in compiti comunicativi nella L2.
Secondo diversi studiosi, il Communicative Language Teaching sta anche alla base del Task-Based Language Teaching (TBLT). Nel TBLT, il discente impara cercando di portare a termine un task (compito) realistico e il suo successo è misurato non in base a quali strutture o lessico usa, ma in base a quanto riesce a completare la task.
Puoi scoprire più dettagli su questi metodi nel nostro video animato in inglese:
Gli anni 70 videro poi l’emergere di metodi orientati alla considerazione del discente come essere umano, con un riguardo particolare per la sfera emotiva. Nacque così il cosiddetto Humanistic Language Teaching, con metodi come The Silent Way, in cui il docente rimaneva in silenzio il più possibile per lasciare spazio al discente.
Verso la modernità: apprendimento interdisciplinare ed emergente
Gli ultimi decenni hanno dato spazio a metodi sempre più interdisciplinari e orientati al discente (learner-centred). I due esempi principali sono Content and Language Integrated Learning (CLIL) e Dogme. Nel CLIL, ispirato ai programmi di immersione linguistica e fortemente diffuso in Italia, il discente impara la lingua attraverso il suo uso in lezioni di altre discipline (es.: fisica in inglese).
Nel metodo Dogme, creato da Scott Thornbury e Luke Meddings, si rifiuta l’utilizzo di libri di testo e ci si concentra invece sull’interazione con e tra i discenti come mezzo di apprendimento.
Nel prossimo articolo, parliamo di come alcuni di questi metodi sono teacher-centred (centrati sul docente) e altri learner-centred (centrati sul discente).
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